L’etica è una branca della filosofia che studia i fondamenti razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico, ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale.
L’estetica è quel settore dell’indagine filosofica che mira alla definizione e alla classificazione del fenomeno artistico.
Roberto Savioli, artista, fotografo, nasce come operatore dell’obiettivo.
Protagonista di spicco del fenomeno artistico sperimentale romagnolo, ha modo di far conoscere i suoi primi lavori in occasione di mostre, fiere e personali nell’ambito nazionale ed internazionale.
Se ora fondiamo l’etica con l’estetica, troviamo la somma perfetta di ciò che è la definizione d’arte intesa come bene. E non il bene fisico, strumentale a cui tutti associano il termine, bensì il “bene”, la situazione di “benessere” che spinge la persona, “artista”, a non accontentarsi di osservare il mondo, ma di fare il mondo suo.
Contemporaneamente si dedica anche al cinema, iniziazione di una successiva sperimentazione fotografica, alla musica, diventa collezionista, apre lui stesso una galleria.
Concentrandosi su una ricerca interiore alla sfera dell’uomo, soprattutto negli aspetti cognitivi, emotivi, comportamentali ed estetici, diviene autore di opere scultoree, concettuali e dinamiche, parallelamente si applica nella realizzazione di fotografie.
Roberto Savioli, spinto dall’esigenza di cogliere l’immagine dell’attimo che permette all’uomo di stare bene, ritrovare l’equilibrio naturale tra tutte le cose, scopre la sua natura di artista che, come i più grandi, lo spinge a interrogarsi a 360 gradi sul mondo dell’arte per individuare risposte in quelle che sono immagini perfette nella loro semplicità e povere nella loro ricchezza di espressioni e significati.
Si interroga dunque sulla società, sulla figura femminile, da sempre musa ispiratrice di tutti i maestri, cambiata nel corso degli anni, mutata da costumi, maschere che celano la rappresentazione di uno stato comportamentale, un nuovo status. Da qui l’etica, e poi l’estetica, con lo studio del fenomeno e la presa in carico dello stesso, al fine di svilupparlo, arrestarlo, ricostruirlo. Ebbene si, come le fasi dello sviluppo fotografico a cui l’artista è tanto legato.
La fotografia è quindi l’arte, il mondo, l’equilibrio in cui si ritrova, cui tutti noi siamo volti a perderci.
Elisa Sacchetti